Sono sempre stato affascinato dalla storia e dai grandi avvenimenti che hanno cambiato per sempre il mondo, ma anche dalle scene più intime, quelle che descrivono come si viveva in un determinato periodo storico.
Per questo credo che le case museo mi attraggano in maniera particolare: sono i luoghi perfetti per ricostruire le scene di vita quotidiana dei protagonisti di avvenimenti che hanno cambiato la storia, degli artisti che hanno lasciato un segno inconfondibile del loro genio, ma anche di persone che, probabilmente, non si aspettavano affatto di essere ricordate nei secoli.
Ho scelto quindi di raccontare tre case museo di Milano che mi sono rimaste nel cuore. Fanno tutte parte del circuito ufficiale delle Case Museo, nato nel 2004 per volontà di Regione Lombardia, Comune di Milano e con il sostegno sia della Provincia che della Fondazione Cariplo.
Villa Necchi Campiglio
Non lontana da Porta Venezia e circondata da altri bellissimi edifici di Milano, alcuni dei quali famosi per le loro curiosità, Villa Necchi è un gioiello custodito dal FAI. Ho avuto modo di visitare la casa museo in due occasioni, la prima durante le sere d’estate FAI, dove grazie alle visite guidate tenute dai volontari dell’associazione, ho potuto scoprire alcuni dei dettagli più importanti della villa. La seconda volta, invece, fu per un concerto jazz in piscina, una serata davvero magica.
Parlando della sua storia, l’edificio è opera del genio architettonico del Portaluppi, al quale, agli inizi degli anni ’30, le due sorelle Necchi e Angelo Campiglio (marito di una delle sorelle) commissionarono la progettazione e la conseguente costruzione dell’edificio.
La villa ospita poi un campo da tennis e una piscina privata, cosa non usuale nella Milano di quegli anni, facendone uno dei primi esempi di questo tipo.
Qualora visitaste la casa museo noterete subito che la disposizione interna degli spazi richiama quella classica delle case nobiliari, dove gli ambienti sono ben separati: zona giorno e zona notte su due piani differenti con le stanze di servizio nel sottotetto. Ancor più interessante, per me, è la divisione tra le cucine e la sala da pranzo che presenta soluzioni tecnologiche all’avanguardia per nascondere e trasportare vivande e pietanze.
Dove: Via Mozart, 14. Metropolitane più vicine San Babila e Palestro. Per orari di visita e costo dei biglietti visitate direttamente il sito ufficiale del FAI, qui.

Palazzo Bagatti Valsecchi
Un vero e proprio gioiello nascosto in zona Montenapoleone. La casa, poi diventata Museo, nacque dalla volontà dei baroni Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi di realizzare una dimora che si ispirasse al Rinascimento lombardo. Operazione riuscita decisamente bene. Gli arredi infatti sono vere e proprie opere d’arte recuperate nel tempo e che oggi fanno parte della collezione museale.
Qualora decidiate di visitare il Palazzo ci tengo, anche in questo caso, a darvi alcune informazioni, così da essere più attenti durante la visita: gli oggetti presenti sono quasi tutti frutto del collezionismo dei due baroni e molti di questi furono riportati alla loro funzione originaria.
La villa è stata abitata dagli eredi fino al 1994 e il desiderio di mantenere gli ambienti il più possibile “domestici” ha fatto sì che ci siano davvero poche teche per le esposizioni e per lo stesso motivo si può notare l’assenza di didascalie e descrizioni varie in giro per la casa.
Dove: Via Gesù, 5. Fermata della metro più vicina Montenapoleone. Per orari e biglietti d’ingresso consiglio di andare direttamente sul sito del museo, consultabile a questo link.

Museo Poldi Pezzoli
Come molti di voi avranno intuito, uno dei tratti distintivi delle case museo milanesi (ma potrei azzardare una generalizzazione maggiore) è che queste nascono dal desiderio di collezionismo e amore per l’arte dei primi proprietari.
Anche questa casa museo nasce dalla volontà di un benefattore, in questo caso il conte Gian Giacomo, che alla sua morte mediante lascito testamentario istituì una fondazione con lo scopo di conservazione della collezione. Il neonato museo fu affidato al direttore dell’Accademia delle Belle Arti che ampliò e riorganizzò la collezione.
Come per tutte le case museo la visita non impegna troppo tempo, a me è bastata meno di un’ora, e può essere tranquillamente organizzata all’ultimo minuto. Mi sento di consigliare la visita anche per la sua collezione rinascimentale, qui infatti tra le altre opere del periodo è possibile ammirare la Pietà di Botticelli. Inoltre, come in molte collezioni del periodo, è presente una sala delle armi ricca di armature e ritrovati bellici.

Grazie anche alla loro vicinanza, avevo unito la visita di questa casa museo a quella di Palazzo Bagatti Valsecchi.
Dove: Via Alessandro Manzoni, 12. Fermata metro più vicina Montenapoleone. Per restare aggiornati sugli orari di ingresso e le tariffe d’accesso, anche in questo caso, consiglio di consultare il portale del Museo cliccando, semplicemente, qui.
Devo ammettere che all’appello manca l’ultima casa museo del circuito milanese, quella dei coniugi Boschi Di Stefano. Purtroppo, non ho ancora avuto modo di visitare le trecento opere esposte su una collezione che, secondo il sito ufficiale, ne conta più di duemila. Non appena sarà possibile andrò a visitarla così da aggiornare questo articolo e darvi curiosità e consigli più precisi!
1 commento
Bell’articolo, non sono mai stato a Villa Necchi. Spero di recuperare presto